Ritratto : ristorante I Due Sud


È durante gli anni delle scuole superiori che lo chef Domenico Ruberto capisce di voler lavorare nella ristorazione. Ma è il giorno in cui inizia il suo primo anno di scuola alberghiera e in cui riceve l’uniforme che decide che sarebbe diventato cuoco. All’epoca, il giovane chef ha una grande voglia di imparare e non esita a dire la sua, anche a rischio, di tanto in tanto, di far nascere delle piccole guerre con i suoi professori! La sua determinazione e il suo carattere combattivo saranno però i maggiori punti di forza di Domenico, che terminerà con brio il percorso scolastico.

Chef Domenico Ruberto

La sua cucina si potrebbe definire con una sola parola: passione. Infatti, lo chef del ristorante “I Due Sud” dell’Hotel Splendide Royal di Lugano ha una grande passione per gli ingredienti; desidera valorizzarne i sapori più autentici, evitando eccessive trasformazioni. Infatti, per Domenico, il segreto per esaltare i sapori di un prodotto è di comprenderlo senza cercare forzatamente abbinamenti con altri gusti. Per questo, l’emozione può dirsi il centro delle preoccupazioni di questo chef di grande talento, che ama sopra a ogni cosa la possibilità di offrire ai suoi ospiti dei piatti che raccontino delle storie: quelle di prodotti raccolti e lavorati con il massimo rispetto.


Un collega a cui si ispira? Antonino Cannavacciuolo (Villa Crespi, Orta). Questo chef italiano due stelle Michelin condivide con lui l’amore per i sapori del meridione e il grande rispetto dei prodotti. Di origine calabrese, Domenico Ruberto si mantiene vicino ai gusti e ai profumi della sua infanzia. Torna regolarmente nella sua terra natale per trarne l’energia che lo accompagna nel suo processo creativo in cucina. Un processo dietro la cui riuscita, per sua stessa ammissione, si celano due segreti: tradizione e sperimentazione.

Oggi, lo chef del ristorante gastronomico dello Splendide Royal propone, ai tavoli de I Due Sud, un concept gastronomico orientato all’esperienza. Infatti, Domenico è impegnato in una ricerca incessante di prodotti locali d’eccezione, spesso derivanti da piccoli produttori. Un carattere esclusivo che si ritrova nelle sue creazioni culinarie. Alcuni prodotti sono molto difficili da trovare viste le loro qualità, e non è quindi raro che siano proposti esclusivamente sul menù della stagione in cui sono reperibili. Il concept dello chef si orienta quindi su 4 percorsi gastronomici proposti ai suoi ospiti. Questi si sviluppano di pari passo con i prodotti stagionali, ma anche con le nuove scoperte di questo chef pieno di passione.

Uno dei percorsi disponibile tutto l’anno è il menù iconico dello chef, che adatta in modo impercettibile alla stagione in corso, intitolato: “Il pomodoro che non c’è”.

Proprio qui, davanti a una vista mozzafiato sul lago, gli appassionati di cucina possono degustare le eleganti creazioni firmate Domenico Ruberto. Le buone forchette non rimarranno indifferenti al forte impatto visivo e ai tocchi di colore con cui lo chef ama arricchire i suoi piatti.

Un momento dedicato ai piaceri del palato in un quadro da cartolina, per soddisfare vista e gusto… Buon appetito!

Quando il pomodoro c’è, anzi no

Non è un caso e nemmeno una somma di buoni piatti. Per lo chef de I Due Sud, il ristorante gastronomico dell’Hotel Splendide Royal Lugano, comporre un percorso gastronomico significa far vivere al commensale un’esperienza fatta di ricordi del passato e cucina contemporanea.

A rappresentare con particolare forza la filosofia del cuoco di origine italiana, è il menu “Il pomodoro che non c’è”. È proprio assaggiando i piatti di questo viaggio culinario a metà strada tra “i due sud” che danno il nome al ristorante, che si scoprono le origini calabresi di Domenico e una grande passione per gli ingredienti della sua terra d’adozione, il Ticino.

La memoria gioca un ruolo basilare nell’esperienza gastronomica proposta dallo chef. Virtualmente si viene presi per mano e guidati alla scoperta di luoghi, usanze, riti e meraviglie di un bambino che scopriva la cucina e che oggi, diventato cuoco, ripropone con la sua visione personale in chiave gourmet. “Non voglio creare una cucina immaginaria fatta di tante parole – racconta Ruberto – ma reale, vera, concreta. È come al cinema: non scelgo mai un film di fantascienza, mi piacciono di più le storie vere”.

Dovendo scegliere un piatto per raccontare questa esperienza a 360 gradi, è d’obbligo citare le “Linguine di Gragnano, essenza di pomodoro, ricotta affumicata e pepe al mortaio”. Quello oggi riproposto in un vortice complesso e armonico di sapori, nasce come piatto povero, ispirato ad una tradizione semplice di famiglia. “Immaginate una semplice insalata di pomodori fatta in casa e non consumata. A casa mia — spiega Domenico — quando non si finiva qualcosa, si conservava per il giorno successivo. Succedeva anche con l’insalata di pomodori che, lasciata a riposare una notte, iniziava a rilasciare la sua essenza, creando un liquido molto saporito in cui si condensava tutto il gusto del pomodoro.” Proprio in questa “acqua di pomodoro” aromatica, le linguine trafilate al bronzo vengono cotte e infine mantecate con burro d’Alpe ticinese (ecco anche il secondo Sud comparire al palato) e finite con del pepe al mortaio e ricotta silana affumicata. Il risultato è uno straordinario mix di gusti che regalano la sensazione di un piatto semplice e complesso al contempo.

Ecco spiegato il mistero del nome del piatto: il pomodoro non c’è, ma è come se ci fosse, creando una sorpresa inaspettata sul palato. L’anima del pomodoro, estratta e usata come acqua di cottura, diventa la protagonista di un gioco gastronomico per chi, al primo boccone, sente tutto il succo verace dell’ortaggio, senza mai vederlo nel piatto.

Nello stesso menu manifesto della cucina de I Due Sud appare la guancetta di bufalo.

Con questo piatto, dal sapore elegante e deciso, lo chef Ruberto ha omaggiato le tradizioni locali usando ciliegie a chilometro zero che vengono messe sotto spirito come si usava fin dall’antichità. Per farlo, però, Domenico ci ha messo il suo tocco personale, aggiungendo del Merlot ticinese, trasformando così il piatto in una creazione particolarmente suggestiva nel pieno rispetto del suo credo gastronomico.

Si ritorna in Calabria con il gambero viola, varietà di rara eccellenza, protagonista assoluto di uno dei piatti del menu. Domenico racconta che i pescherecci arrivavano in porto a Crotone, con i gamberi appena pescati che si assaggiavano interi, carapace compreso. “Restavo a bocca aperta – spiega lo chef – era un vero spettacolo, uno dei miei ricordi d’infanzia più belli, di quelli che non ti lasciano mai. Il gambero viola non poteva che essere uno dei sapori che raccontano la mia storia”.  

Tornano aneddoti e sapori di mare anche con la triglia, che non è “di scoglio”, ma proprio come il celebre primo piatto “allo scoglio”. In questo caso, il trucco sta nella tecnica di cottura, che con un guazzetto di molluschi e conchigliacei trasforma questo classico della cucina in un piatto più ricercato. Domenico sorride e confessa: “è come se avessi sostituito la triglia ai semplici spaghetti. Il risultato è un’esplosione marina in bocca.”

Il menu si conclude con il dessert che rende omaggio al re degli agrumi: il bergamotto. Non è semplice trovarne, soprattutto in Ticino. Ma Domenico e il produttore hanno un rapporto speciale, un filo diretto che consente allo chef di avere a disposizione solo il meglio degli agrumeti calabresi.

Tutto questo, stando seduti al tavolo de I Due Sud e lasciandosi semplicemente guidare da “Il pomodoro che non c’è”, un percorso umano e gastronomico irripetibile. Come la memoria di ciascuno di noi. 

Maggiori informazioni sul sito web : https://www.robertonaldicollection.com/splendide-lugano/en/gastronomy/i-due-sud/

« La Table de Guilde »

N’avez-vous jamais eu la curiosité de découvrir comment nos ancêtres pratiquaient l’art de la gastronomie ? Le prestigieux chef du Casino de Berne, Ivo Adam propose dès à présent dans son restaurant un voyage multi-sensoriel à travers le temps, mêlant pratiques gastronomiques d’antan et histoire culinaire de la Suisse. 

Photo: David Toldo

À « La Table de Guilde », en groupe de maximum 14 invités, vous y découvrirez l’héritage culinaire de Berne. 500 ans d’histoire de la Suisse y sont racontés au moyen d’anecdotes historiques et amusantes, et de discrètes animations audiovisuelles. Par exemple, saviez-vous qu’autrefois, le castor était considéré comme un poisson ?
 
La soirée s’écoule au rythme du menu composé de 9 plats que le chef Ivo Adam et sa brigade ont concoctés. Les assiettes vous feront elles aussi voyager, puisqu’elles sont directement inspirées des recettes de nos ancêtres bernois, assaisonnées d’une pointe de modernité. Au menu : jarret de veau aux raisins secs, granité de vin fabriqué selon la plus ancienne recette de vin épicé de Suisse, ou encore tarte tatin à l’oignon en hommage à la plus grande fête populaire de Berne. Et pour vous servir de la meilleure façon qu’il soit, le chef cuisinier fait également office d’hôte à la « table de la guilde » tout au long de la soirée.
 
Découvrez au restaurant du Casino de Berne un lieu unique où l’histoire et la modernité se rencontrent à partir d’une seule et unique source, l’art culinaire. Un mélange d’art, de culture et de gastronomie réunis sur une même scène.

Photo: Yoshiko Kusano

L’expérience sous forme de livre

Afin de rendre ce moment hors du temps unique, Ivo Adam a complété l’expérience avec la réalisation d’un livre du même nom, en collaboration avec Claudia Engler, Roman Tschäppeler et Benedikt Meyer : “Am Zunfttisch”. Tournez les pages et découvrez des coutumes et des événements culinaires du vieux Berne. Le livre rassemble également 30 recettes du chef Ivo Adam, y compris tous les plats servis au cours de la soirée. Le livre de 240 pages est disponible séparément et immédiatement dans les magasins ou sur le site Internet du Casino de Berne, pour 69frs.

Commandez votre livre en ligne ici : https://shop.casinobern.ch

Informations pratiques

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